Fasi di lavorazione

Anche nel caso del Libro d’Ore Torriani, come per tutti i volumi della collana “La Biblioteca Impossibile”, la riproduzione facsimilare è nata dal connubio tra le più sofisticate tecnologie di elaborazione dell’immagine e le tecniche artigianali più tradizionali, in modo da ricreare con i metodi più attuali la particolare magia sprigionata dall’originale.

Per la scelta del supporto, la casa editrice si è orientata su una carta speciale, in grado di simulare perfettamente l’effetto e la texture della pergamena. Una scelta, quella del supporto cartaceo, dettata dall’esigenza di coniugare la massima fedeltà cromatica, tattile e “materica” del facsimile con le maggiori garanzie di resistenza e di durata, in modo da evitare, anche nel caso di un impiego intenso e prolungato, quell’usura e quella fragilità che nel corso dei secoli hanno spesso reso precaria non solo la consultazione ma la stessa sopravvivenza fisica dell’originale. In una sala di posa climatizzata e oscurata, dotata di un’illuminazione specifica, il manoscritto è stato quindi fotografato utilizzando la combinazione di apparecchi, lastre e obiettivi ritenuta più adatta alle caratteristiche del codice.

Le lastre fotografiche sono state poi messe a disposizione degli impiantisti, i quali hanno proceduto alla scomposizione elettronica dei colori che poi sono andati a ricomporsi in fase di stampa. Sfumature, passaggi tonali, persino le impronte lasciate sulla pergamena dai lettori dei secoli passati: nulla è stato tralasciato perché le matrici corrispondessero perfettamente, nelle loro molteplici gradazioni cromatiche, alla fantasia e alla tavolozza dell’artefice delle squisite miniature del codice.

Particolare cura è stata dedicata al trattamento delle lumeggiature d’oro. Nel laborioso processo di realizzazione dei facsimili, tali decorazioni costituiscono infatti una prova particolarmente impegnativa sia per il cromista, che deve confrontarsi continuamente con il manoscritto originale per individuare con esattezza le varie campiture, sia per lo stampatore, il quale per l’oro in polvere, che i miniatori applicavano con un pennello ottenendo un particolare effetto di rilievo, ha fatto ricorso alla stampa serigrafica e ad appositi inchiostri, effettuando con speciali macchine per rilievografia un ulteriore passaggio che ha dato spessore e consistenza tattile alla decorazione o alla vignetta.

Particolarmente laboriosa e complessa è stata infine, nel caso delle Ore Torriani, la riproduzione della legatura, senza dubbio una delle più raffinate realizzazioni dell’oreficeria lombarda del Rinascimento. Si è trattato di un lavoro di vero e proprio artigianato artistico, eseguito interamente a mano e preceduto da uno studio accurato di tutti i componenti della copertina: il prezioso intreccio di racemi e viticci in argento dorato, i medaglioni con testine di putti in avorio, le placchette pure in avorio inserite nei piatti, gli smalti dipinti dei contropiatti. Elementi eterogenei che le mani esperte del legatore hanno assemblato con cura estrema restituendo integralmente la preziosità e la manualità del manufatto originale.

Prima di arrivare a questi risultati, si sono resi inoltre necessari innumerevoli controlli, estenuanti sedute comparative che hanno visto impegnati a Chantilly, alla presenza del Libro d’Ore Torriani, le maestranze più qualificate della casa editrice, i tecnici dei fornitori esterni, gli studiosi autori del volume di Commentario e i funzionari della Biblioteca.

Il dorso del Libro d’Ore Torriani
Il dorso del Libro d’Ore Torriani